È un fischio che parte da lontano e che lentamente si avvicina.
La prima cosa che s'intuisce è che c'è qualcuno che avanza con passo incessante sì, ma timoroso allo stesso momento.
Poi si decide: si pianta, pianta l'asta nel terreno e inizia la sua opera meravigliosa. Una città dal nulla, con tutti i pregi e i suoi difetti.
Era la città nuova e piena di burocrazia ma era la città della vecchia strada del telegrafo, era lei, l'unico vero punto di riferimento, l'unica cosa che contava davvero. Quella strada era la salvezza, ma ora le cose stanno cambiando: il tempo scorre e l'uomo crea il male da se stesso e così anche la città è contaminata dalla tristezza del lavoro-casa-lavoro: 6 corsie di traffico allora, diventano l'emblema.. Di nuovo ci si avvia allora verso un nuovo cambiamento. È un po’ come guardare la propria ragazza negli occhi e capire che qualcosa sta cambiando e che nulla è più genuino come un tempo, come lo era la vecchia strada del telegrafo.
"Sai che dovrei dimenticare presto ma ricordo quelle notti
La prima cosa che s'intuisce è che c'è qualcuno che avanza con passo incessante sì, ma timoroso allo stesso momento.
Poi si decide: si pianta, pianta l'asta nel terreno e inizia la sua opera meravigliosa. Una città dal nulla, con tutti i pregi e i suoi difetti.
Era la città nuova e piena di burocrazia ma era la città della vecchia strada del telegrafo, era lei, l'unico vero punto di riferimento, l'unica cosa che contava davvero. Quella strada era la salvezza, ma ora le cose stanno cambiando: il tempo scorre e l'uomo crea il male da se stesso e così anche la città è contaminata dalla tristezza del lavoro-casa-lavoro: 6 corsie di traffico allora, diventano l'emblema.. Di nuovo ci si avvia allora verso un nuovo cambiamento. È un po’ come guardare la propria ragazza negli occhi e capire che qualcosa sta cambiando e che nulla è più genuino come un tempo, come lo era la vecchia strada del telegrafo.
"Sai che dovrei dimenticare presto ma ricordo quelle notti
Quando la vita era solo una scommessa in una corsa tra le luci
Avevi la testa sulle mie spalle e le mani tra i miei capelli
Ora sei più fredda, come se non t'importassi
Ma credimi piccola e ti porterò via
Da queste tenebre, nel dì
Da questi fiumi di fari, questi fiumi di luci
Dalla rabbia che vive nelle vie con questi nomi
Perchè ho acceso ogni luce rossa sul viale dei ricordi
Ho visto la disperazione esplodere in fiamme
E non voglio vederla mai più..."
È la fine dunque, la conclusione dell'opera. La città ormai è preda di se stessa, ha assunto un'anima terribile, un'anima d'insofferenza che sta avendo il sopravvento sull'essere degli uomini. Ormai la contaminazione è terminata e non si riesce più a scorgere nemmeno l'idea della vecchia strada del telegrafo.
Il vuoto lasciato qui sopra serve a distaccare la mia interpretazione da questa poesia in musica. Io non posso esprimere commenti adeguati ai vari passaggi dell'assolo. Potente, imperioso, deciso, arrembante, devastante, affascinante. È bello, nel senso che brilla di propria luce, che è la bellezza musicata, è la perfezione musicale, è il genio che si traveste da pentagramma e incide magiche note e melodie sublimi.
Quando si arriva a tanto, non ha senso andare oltre.
Il mondo si è fermato in quei 14 minuti nei quali la chitarra alata fende il cielo e tocca le stelle per poi trasformarsi in aria ed in musica che accarezza l'anima.
E dunque cosa fare? Inchinarsi di fronte al genio.
Telegraph Road: Musica.

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