Che la scuola sia il luogo disfunzionale per eccellenza dove meglio ambientare drammi e piccole tragedie quotidiane, è una lezione che il cinema ha imparato da tempo. Negli ultimi 30 anni il liceo è stato il teatro di elezione di uno dei più particolari generi americani, la commedia nera, ovvero quella commedia iconoclasta e crudele che mette alla berlina i “modelli” scolastici, che brucia le tradizioni e bagna gli stereotipi nel vetriolo, il tutto con un sorriso diabolico sulle labbra.
Partiamo con il capostipite cult del genere, il celeberrimo The breakfast club, successivamente reinventato da numerosi serial televisivi, in cui un piccolo gruppo eterogeneo di liceali - il secchione, la bambolina, lo sportivo, la disadattata e il teppista, come essi stessi si definiscono - si trovano a dover passare un intero sabato di punizione insieme: la scuola disabitata diventa, dunque, una sorta di limbo senza porte, in cui i ragazzi, che dovrebbero scrivere singolarmente un tema intitolato “Chi sono?”, guardano invece fuori da sé e, pur con fatica e scontri, instaurano un improbabile dialogo; affrontano a muso duro argomenti come il rapporto con i genitori, le aspettative, le speranze per il futuro, il sesso e la visione della scuola; il teppista Andy è il grillo parlante della situazione, il cono d’ombra, l’elemento “nero” che getta benzina sul fuoco delle contraddizioni scolastiche. Dal confronto usciranno uguali a prima, ma in un certo senso rigenerati e stimolati dal confronto.
Una ventata di cattiveria e humour nero la porta alla fine degli anni ’80 il controverso Schegge di follia - titolo originale Heathers, dal nome delle tre protagoniste “streghe” che spadroneggiano e dettano stile a scuola - : la quarta ragazza del gruppo, la fragile Veronica, deciderà di partecipare alla loro eliminazione fisica dopo aver incontrato JD, un altro teppista iconoclasta, che la aiuterà nell’intento, con esiti disastrosi e un’importante presa di coscienza finale.
Nel bellissimo Election, di fine anni ’90, troviamo invece uno scontro generazionale tra Tracy, una liceale brillante e desiderosa di popolarità candidata alla carica di presidente del comitato studentesco, e il suo professore di storia, che tenta invano di fermarne la scalata, quasi ne andasse della sua vita: entrambi useranno tutti i mezzi, anche illeciti, per ottenere quello che vogliono. Per la prima volta il personaggio perturbante è una ragazza, e per giunta una ragazza candida e integrata nel sistema: questo elemento apre la strada al leitmotiv dell’ironia sottesa e dei complotti sotterranei “a scomparsa”.
Con Donnie Darko, film di culto uscito l’11 settembre 2001, si introduce nella commedia nera l’elemento fantastico, legato alla predestinazione e ai viaggi nel tempo: il disadattato visionario Donnie Darko, incline all’abbattimento del sistema e al boicottaggio della sua scuola perbenista, viene visitato da un coniglio gigante che, dopo avergli salvato la vita, gli predice la fine del mondo; l’amore per una ragazza, Gretchen (che non a caso riprende il nome della donna del Faust di Goethe), lo condurrà alla comprensione di ciò che le sue percezioni possono far accadere.
Due film successivi, The dangerous lives of altar boys e Saved! trasformano la commedia nera in una critica feroce al fondamentalismo ideologico di certi istituti cristiani americani: il primo fotografa la vita spericolata, fatta di scherzi e bravate, di alcuni chierichetti liceali ai danni della suora preside della scuola, trasformata nella loro finzione fumettistica nel personaggio di “Suorzilla”; Saved! invece affronta con bonarietà e un pizzico di cattiveria temi come omosessualità, gravidanze indesiderate e disabilità nel contesto di una scuola cristiana, dove questa volta l’elemento perturbante è l’ebrea Cassandra, che con il suo acume da donna di mondo intaccherà i vincoli ipocriti di un mondo che è perfetto solo in apparenza.
Un caso a parte, che costituisce un ritorno al passato, è Mean girls, che la sceneggiatrice e interprete Tina Fey ha definito “una riscrittura edulcorata di Schegge di follia”, e che tuttavia introduce elementi nuovi: questa volta le contraddizioni del mondo liceale sono colti dall’ingenua Cady; arrivata dall’Africa e per la prima volta in una scuola americana Cady brucerà le tappe e si trasformerà da “aborto della giungla” in “scintillante Barbie”, al seguito delle ragazze più alla moda, fino a conquistare una propria identità abbattendo, con la sua grinta “giunglesca”, tutti gli stereotipi del caso.
Filmografia:
John Hughes (regia di), The breakfast Club, Usa 1985.
Michael Lehman (regia di), Schegge di follia, Usa 1989.
Alexander Payne (regia di), Election, Usa 1999.
Richard Kelly (regia di), Donnie Darko, Usa 2001.
Peter Care (regia di), The dangerous lives of altar boys, Usa 2002.
Mark Waters (regia di) Mean girls, Usa 2004.
Brian Dannelly (regia di), Saved!, Usa 2005.