Non mi sembra il caso di dover introdurre i Guns N’ Roses… A riguardo mi piacerebbe ricordare un aneddoto, una cosa che mi è capitata qualche anno fa: ero al mare e avevo conosciuto un ragazzo più grande, simpatico per carità, ma innegabilmente tamarro …
Ci eravamo trovati a parlare di musica, era decisamente di tendenze più “untz-untz” delle mie, si dilettava come dj e impazziva per il Diabolika, M2O e compagnia bella. Devo ammettere che in tale ambito non sono mai stato ferratissimo e non sapevo come approntare una discussione sempre sull’amato tema musicale che ci permettesse di comunicare e parlare la stessa lingua, una κοινή (mi scuso per il grecismo ma non ho potuto resistere). Ecco, timidamente ho cominciato a snocciolare le band con cui sono cresciuto… "mi***ia! I Ganz enn Rroses!" (leggi proprio come è scritto), avevo trovato il pu nto di contatto. Cominciava a raccontarmi delle fasi della sua adolescenza in un quartiere m alfamato di Messina Devo dir e che la cosa mi stupì parecchio (mi stupì anche la giusta pronuncia del titolo della prima canzone del primo album della band), tanto da ricordarmene in queste circostanze.
I Guns sono sempre stati un po’ eccesso, ed anche compiaciuto “diciamolo”(La Russa docet)… ma il rock è eccesso!
Il nuovo album non contraddice il diktat, ma è giusto anticipare che la forma sarà nuova: le Pistole sono “altre”, per chi avesse l’orologio fermo al ’93-’94, è duro dirlo, sotto l’insegna di questa band è rimasto solo il cantante degli origi
Un panino (più che) imbottito, che può apparire come un’ammucchiata di ingredienti e gusti non per tutti facilmente accostabili e digeribili, ma q
- come quantità (la durata media delle canzoni non è mai stata breve, né quanto meno quella degli album)
- come espressionismo sonoro, inteso come violenza o melassa sentimentale, dipende a che sguardo critico fare riferimento (personalmente non mi dispiacciono entrambi gli aspetti)
- come novità. Da certi critici musicali i Guns N’ Roses, quelli della vecchia formazione, sono considerati uno dei pilastri della terza rinascita dell’hard rock: nuova linfa, innovativa attitudine punk nichilista atta a sdoganare i vecchi stilemi o a reinterpretarli, testi fluviali che di pari passo al tessuto musicale scorrono dall’inizio alla fine del brano, in un rincorrersi di parole, tale che ci si potrebbe aspettare che il nostro dottor Rose prima o poi si potrebbe riciclare rapper! (Ricordiamo che nel lontano ’75 Steven Tyler, cantante degli Aerosmith, una delle guide spirituali di Axl,[per chi non ricordasse o non sapesse i Guns hanno cominciato come band di supporto agli Aerosmith {se non si fosse notato ho un debole per le parentesi}] ha dato le basi del crossover con “walk this way”)
Ma bando alle ciance andiamo a vedere i pezzi:
1- Chinese Democracy E’ la title-track, apre atmosferica e si lascia andare al teatrale, esplode in un riff probabilmente non dei più fantasiosi, ma ben pompato tanto da riuscire a coinvolgere, già da qui si intuisce la tendenza dei nuovi Guns al metal, quello “nu”. Assolo che strizza l’occhio a Morello (a mio avviso forse la più innovativa chitarra delle attualmente in circolazione), cantato che ricorda “it’s so easy”però sincopato e con la voce acuta sovraincisa.
2- Shackler's Revenge Intro stridente e cacofonico, che ricorda un po’ i Prodigy e si rifà ai nuovi stilemi dell’industrial, voce bassa alla Type 0 Negative con sovraincisione della classica voce di Axl, parte corale decisamente power-metal, assolo dissonante e nichilista ancora di influenze morelliane. Si tratta della canzone che necessita di più ascolto per essere digerita.
3- Better Apre con una melodia, un po’ da carillon, costruita con elettronica stridente, che sarà il ritornello della canzone; poi prende vigore, fino a diventare in certi stacchetti nu-metal urlato. Primo assolo chitarristico destrutturato, un po’ come i precedenti, poi uno più melodico (ma sicuramente Slash riusciva meglio in tale compito)
4- Street of dreams Intro al pianoforte che tradisce il culto per Elton John (guardatelo al pianoforte nel video di “November rain”… con quegli occhiali chi voleva imitare?) e quello meno nascosto per Freddie Mercury (tra l’altro ha cantanto “Bohemian Rhapsody” al suo memoriale proprio insieme a Elton John). Archi, tastiere e assolo vibrante e romantico: almeno una ballata ci doveva essere nel cd
5- If the word Intro flamenco con tempo hip hop e campionamenti vari, sintetizzatore e tastiere. Una voce in lontananza che intona una nenia (mi viene il sospetto che l’idea sia stata rubata da “the memory remains”dei Metallica), assolo che si appoggia ad atmosfere che ricordano il caro Santana, forse per lo spirito un po’ latinoamericano del pezzo.
6- There was a time Apre espressionista e si lascia subito andare a “frivolezze” elettroniche, una synth-orchestra accompagna tutto il brano e da effetto scenico. Riff potente, al solito un po’ nu-metal, prende poi le tonalità di una power-ballad: virtuosismi vocali, orchestra mentre la chitarra sembra più addomesticata (bene o male?) e veramente piacevole anche se solo per poco veramente in primo piano
7- Catcher in the Rye Anche questa una ballata, anche questa con massiccio uso di pianoforte, una impostazione che ricorda un po’ gli Aerosmith di “Just push and play”. Intorno ai 2 minuti un pezzetto di archi toccante e subito dopo un azzeccato “lalala” di Axl ed ad incalzare un’illuminazione del chitarrista. Ancora tante incisioni sovraincisioni della voce di Axl, ancora “lalala” e nuovo sfoggio di bravura chitarristica.
8- Scraped Apertura in fraseggio vocale (tra Axl e coro o tra Axl e se stesso grazie ai tecnici del suono? probabilmente la seconda ed è lodevole l’idea, sperando che non sia per queste “genialate” che gli anni sono passati nell’attesa di questo album…). Riff esplosivo
9- Riad N’ the bedouins Un inizio ancora una volta scenico, poi riff aggressivo, accompagnato da voce potente, forse con impostazione “lamentoso-grunge” (lo so mi faccio ridere da solo con questa terminologia, invito a suggermi migliore terminologia o un buon vocabolario[se è pesante lasciare un commento…]), cambi di tonalità improvvisi e assolo nuovamente abbastanza acido e dagli effetti molto “rage against the machines” che accompagna per un finale di spirale caotica
10- Sorry brano dall’atmosfera liquida, grazie agli effetti elettronici, che si modula in crescendo con due “creste” (per rimanere in ambito sonoro ma spostandosi verso la fisica) dalle non nascoste tendenze nu-metal
11- I.R.S Si tratta di un brano in continua tensione che si concede piccole pause, per riprendere il fiato, di estrema delicatezza, forse l’intento era quello di riproporre musicalmente l’ossimoro del titolo dell’album…
12- Madagascar Superbo arrangiamento orchestrale: ottoni e archi all’inizio, ritmo pop da radio, voce volutamente maltratta per imprimere pathos, chitarra urlante, registrazioni di due discorsi di Martin Luther King Jr. e di pezzi tratti dai film “Mississippi Burning" e "Cool Hand Luke”, qualcuno ricorderà ascoltando la traccia una voce familiare… Axl si cita da solo: è la voce che si sente in “civil war” di Use your illusion II (ndr il cd uscito insieme a Use your illusion I nel lontano ’91). Bellissima la chiusura con gli archi.
13- This I love Inizio a voce e piano; ancora pathos, ma forse più forzato del dovuto, forse meno sincero. Assolo carino ma non coinvolgente. Forse è con questa canzone che Axl si autopunisce: il chiaro modello ispiratore sembra la “musica classica”, e a qualche ascoltatore il tentativo di accostamento con questo brano può risultare ridicolo (non mi escludo a priori da questa categoria di ascoltatore…)
14- Prostitute Altra power-ballad. Al 14° brano sembra quasi una sfida all’ascoltatore se è in grado di reggere… ma è questo il rischio che si corre quando si fa molto… A parte queste considerazioni, non significa che il brano manchi di verve, di sua propria personalità, di sua originalità, anche se l’impostazione delle ballate di Axl nel corso dell’ascolto del cd le abbiam già assimilate e questa non si scosta troppo

Complessivamente, l’applauso va:
- al coraggio di Axl per la pubblicazione: purtroppo l’attesa è stata troppa per poterla giustificare, qualunque livello qualitativo il cd avesse potuto avere! E’ facile “tradire” le aspettative di un fan… E penso che sia ancora più difficile riuscire a farne uno tanto pregevole quando si parte dal presupposto di dover fare un capolavoro, e si fissa a priori un programma per qualcosa di epico. Immagino che Axl si sia deciso di pubblicare più che altro tirato per il collo dalla casa discografica e spinto da una certa resa di fronte al fatto che la “levigatura” (ma lui penso che più che smussare preferisca aggiungere..) poteva essere eterna, senza un reale punto di arrivo.
- all’innovazione stilistica apportata alla band
- agli ingegneri del suono per la realizzazione prima che per la reale efficacia dei brani che comunque non possono essere paragonati a quelli di “Appetite for destruction” (ndr loro primo album datato 1987, ormai annoverato negli annali della musica rock)
