domenica 18 ottobre 2009

...E' Giustizia Per Tutti.. O No?

Maurizio Fo

Come tutti sapranno o avranno almeno letto o sentito, il regista 76 enne Roman Polanski è stato arrestato lo scorso 26 Settembre all’aeroporto di Zurigo, dove era atterrato per ritirare un premio d’onore alla carriera, con un mandato di cattura internazionale proveniente dagli Stati Uniti.

Ordine d’arresto: “ricercato per atti di natura sessuale con minori”.

Il giorno successivo su molti giornali compariva il titolo “Polanski arrestato per stupro”: per qualsiasi lettore (o almeno per i lettori poco informati come il sottoscritto), un titolo simile potrebbe esser interpretato come un fatto accaduto nell’arco di qualche mese o al massimo qualche anno.

E invece no.

Ricostruiamo i fatti.

Los Angeles, 1977.
Nella villa dell’attore Jack Nicolson c’è una festa. Qui il regista (già famoso per il film “Rosemary’s Baby”, “Chinatown” e per il macabro massacro della moglie Sharon Tate per mano della “famiglia” di Manson) si apparta vicino alla piscina con una ragazza all’epoca poco più che tredicenne, Samantha Geiger. Prima il regista scatta delle foto a seno nudo della ragazza e poi ha con lei un rapporto sessuale.

Successivamente scoppia lo scandalo, i genitori della bambina denunciano il regista, che viene da subito ricercato. Al processo patteggia per l’accusa di stupro, ma l’anno successivo viene condannato per sesso con una minorenne. Il regista sostiene la tesi secondo cui la madre della bambina abbia architettato un piano contro di lui per poi ricattarlo.

Nel Gennaio del ’78, Polanski fugge dagli Stati Uniti (dove non metterà più piede) in Francia, dove ottiene la doppia nazionalità (assieme a quella polacca). Da allora vivrà in Francia o Polonia e non rientrerà mai più negli Stati Uniti o in paesi che abbiano accordi di estradizione. Non parteciperà, infatti, alla notte degli Oscar® 2003 dove vincerà con il film “Il pianista”.

Fino al 26 Settembre 2009.
Il regista forse ha scordato che anche la Svizzera assieme ad altri paesi europei è legata agli Stati Uniti con questo tipo di accordi. E scatta l’arresto.

Subito dopo, giungono una marea di critiche e di appelli in favore della sua scarcerazione da parte di intellettuali o artisti quali Irina Bokova (Direttrice dell’Unesco), Frédéric Mitterand (Ministro alla Cultura Francese). Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha detto di essere d'accordo su un approccio comune nei confronti delle autorità americane e non esclude di chiedere la concessione della grazia al presidente Barack Obama. Molti attori e registi tra cui Costa Gavras, Wong Kar Wai, Monica Bellucci e Fanny Ardant hanno firmato una petizione dove accusano la Svizzera di essersi servita del Festival, dove Polanski avrebbe ritirato il premio, per arrestarlo.

Diversa è risultata invece l’opinione del governatore della California Arnold Schwarzenegger che ha dichiarato in un’intervista alla CNN: "Sono un grande ammiratore del suo lavoro, ma se dovesse tornare in California sarebbe trattato come una persona qualsiasi".

In questo breve tempo di detenzione il regista è rimasto in carcere, dove ha continuato ad opporsi per la sua estradizione e a lavorare al suo nuovo film “The Ghost”.
Proprio ieri il regista è stato trasferito dal carcere Winterthur in un ospedale del canton Zurigo per problemi di salute (per cui soffriva già da prima dell’arresto), ma dovrebbe tornar in cella entro Lunedì.

È giusto quindi che Polanski venga estradato e sconti la sua pena per una condanna risalente a 33 anni fa? Il reato commesso è grave, certo e la legge è uguale per tutti. Ma ha senso dopo tutto questo tempo? Molti inneggiano alla grazia, ma se il reato non fosse stato commesso da un personaggio famoso?

La vittima (che vive oggi alle Hawaii) ha chiesto, nel Gennaio scorso, che il caso venisse archiviato e in un’intervista dice di averlo perdonato, in quanto il regista avrebbe già pagato abbastanza le sue colpe. Nel corso degli anni poi numerosi amici, fan, registi e attori di Hollywood hanno ribadito la necessità di dimenticare quella triste e vecchia storia.

Non si sarebbe dovuta eseguire la condanna all’epoca dei fatti? Perché aspettare l’occasione giusta o peggio tender addirittura una trappola? Perché la Francia ha ignorato per trent’anni i mandati di cattura e le richieste di estradizione americane? Parigi si schiera in favore di qualsiasi cittadino francese, senza tener conto della natura dei reati penali commessi.

È logico adesso questo accanimento giudiziario su un regista 76 enne?

Ci aggiorneremo.